CAMPO

A Venezia l’unica Piazza chiamata così è Piazza San Marco.
C’è poi un piazzale: Piazzale Roma.
Tutti gli altri spazi aperti, in sostanza piazze, sono chiamati CAMPI e quelli di piccole dimensioni sono chiamati CAMPIELLI.
Il nome deriva dal fatto che nei tempi più antichi tali spazi erano veri e propri prati utilizzati per pascolare animali, coltivati come orti, alberati con piante da frutto.
In seguito i campi vennero pavimentati, inizialmente in cotto, in seguito con lastre di trachite. Queste lastre, rettangolari in superficie, che coprono il selciato di quasi tutta la città sono chiamati MASEGNI.
Al centro di ogni campo e di molti campielli vi è sempre stato un pozzo con la sua caratteristica VERA.
Il pozzo fu l’unica fonte di approvvigionamento di acqua potabile in una città completamente circondata dall’acqua fino all’arrivo dell’acquedotto nel 1884.
Per ogni pozzo esisteva un responsabile che doveva chiudere ogni sera il pozzo, verificare che nessun malintenzionato sporcasse o addirittura avvelenasse l’acqua e durante le acque alte agire perché l’acqua potabile non fosse inquinata da quella salmastra.
I campi erano i luoghi di ritrovo della città dove si svolgevano numerose attività quotidiane.
I campi più grandi diventarono talvolta luogo di manifestazioni all’aperto come cerimonie religiose, corse di tori, spettacoli circensi, tornei.
In ogni campo oltre al pozzo c’era sempre una chiesa. Se oggi in alcuni campi non c’è è perché durante l’invasione napoleonica molte furono fatte abbattere.
Il campo più grande di Venezia è campo San Polo.



In Campo San Leonardo c’è una antica vera da pozzo in pietra d’Istria di forma cilindrica a sei settori. Su uno di essi è scolpito in bassorilievo San Leonardo con i ceppi e il vessillo; su di un altro settore vi è un’iscrizione di difficile lettura; nel terzo settore vi è il beccuccio di una fontana funzionante; su di un quarto un’altra iscrizione.
Secondo tradizione la Chiesa di San Leonardo risale al 1025 e il primo documento in cui viene citata è del 1089.
Nel 1595 improvvisamente crollò il campanile.
A fine ‘700 le condizioni statiche della chiesa erano pessime e si decise di ricostruirla. Fu quindi ricostruita e finita nel 1791.
Purtroppo nel 1807 la chiesa fu soppressa in seguito ai decreti napoleonici, spogliata di tutti i suoi ornamenti (altari e dipinti) e adibita a deposito di carbone.
Attualmente appartiene al Comune di Venezia che l’ha restaurata e trasformata in una sala pubblica polivalente.
Dalla corte del Rosso e Corte del Rosso potete vedere l’esterno dell’abside e della vetrata.